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Un'idea di cultura costruita sul Made in Italy

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Un’idea di cultura costruita sul made in Italy

Sono molte le notizie positive in proposito, legate alla dinamicità di un settore che contribuisce a creare il 6% della ricchezza prodotta in Italia (89,9 miliardi di euro, + 1,8% rispetto al 2015) e dà lavoro a 1,5 milioni di persone, (6% del totale degli occupati in Italia, +1,5% rispetto al 2015) grazie al contributo di soggetti privati, istituzioni pubbliche e organizzazioni non profit, che in settori eterogenei e attraverso diverse attività alimentano un sistema che continua a creare occupazione e valore economico. Musei, gallerie, festival, beni culturali, attività letterarie, cinema sono realtà che alimentano l’economia culturale italiana, ma non solo le sole. La produzione culturale e creativa poggia anche su iniziative produttive che dalla cultura traggono linfa creativa e competitività. Ed è così che il “confine” del sistema culturale e creativo si allarga e tiene dentro il design, l’architettura, la comunicazione e tutte quelle industrie creative che, si legge nel rapporto, “sviluppano servizi per altre filiere e veicolano contenuti e innovazione nel resto dell’economia – dal turismo all’enogastronomia alla manifattura – dando vita ad una cerniera, una 'zona ibrida' in cui si situa la produzione creative-driven […] che va dalla manifattura evoluta, appunto, all’artigianato artistico”.

Si trattadi un sistema che comprende 5 macro-domini:

industrie culturali - (cinema, musica, radio, tv, videogame e software, editoria, media)
patrimonio storico artistico (musei, biblioteche, archivi, monumenti)
performing arts e arti visive - attività legate alla produzione di beni e servizi culturali non riproducibili (spettacoli dal vivo, arti visive)
industrie creative - attività afferenti al mondo dei servizi (per esempio design, architettura e comunicazione)
creative driven - attività economiche non strettamente riconducibili alla dimensione culturale ma caratterizzate da strette sinergie con il settore.

Parliamo nel complesso di 413.752 imprese (2016), il 6,8% delle attività economiche del Paese, considerando anche le attività economiche ascrivibili come creative driven. 

Nel campo delle imprese culturali, le attività legate all’editoria e alla produzione di videogiochi e software hanno un peso rilevante sia sul piano occupazionale (160 mila addetti) che economico (11,5 miliardi), così come la produzione di contenuti audiovisivi che da sola offre lavoro a 59 mila occupati. A sostenere, invece, il settore dell’impresa creativa troviamo tutte le attività legate al mondo dell’architettura, della comunicazione e del design, realtà produttiva italiana (quest’ultima) di cui WeCanJob vi ha di recente parlato segnalandone il forte sviluppo.

La redazione di WeCanBlog